L’Unione Europea: la libera circolazione delle persone – opportunità per le imprese

Iniziamo il percorso di approfondimento dell’Unione Europea partendo da uno degli aspetti più percepibili da tutte le persone: la libera circolazione. Nella nostra vita siamo ormai abituati a viaggiare liberamente all’interno dello spazio comunitario (e non solo) come se stessimo viaggiando all’interno del territorio nazionale. Negli ultimi tempi, però, si vanno diffondendo delle tendenze al ripristino delle frontiere alla libera circolazione delle persone. Ma qual è il costo sociale ed economico di una simile iniziativa?

Si possono quindi confrontare differenti situazioni per valutare i costi sociali ed economici che un ripristino completo delle frontiere (e dei visti di ingresso) comporterebbe. Quest’oggi approfondiremo le opportunità per le imprese e l’eventuale costo di un blocco alla libera circolazione delle persone (solo per la componente “viaggi di lavoro”).

Nell’esempio odierno si ipotizzano due fattispecie: il Sig. Mario, imprenditore di Genova, che deve presentare i propri prodotti al Sig. Jacques che opera a Nizza in Francia (191 km di distanza) ed il Sig. Aleksander, imprenditore di Danzica (Polonia), che deve presentare i propri prodotti al Sig. Dimitri che opera a Kaliningrad nella Federazione Russa (168 km di distanza). In entrambi i casi la distanza è simile. In entrambi i casi vi è una frontiera. Ma nel primo caso la frontiera è “aperta”, mentre nel secondo è “chiusa”.

Il sig. Mario può decidere di mettersi in viaggio verso Nizza anche in questo momento. Lui sa che opera all’interno dello stesso spazio di libera circolazione. Ciò significa che:
1.      È sufficiente la sua carta di identità in corso di validità;
2.      La sua patente di guida è riconosciuta in tutti i Paesi all’interno dello spazio di libera circolazione. Inoltre, le norme di circolazione (codice della strada) sono armonizzate e quindi il sig. Mario non ha necessità di studiare le norme francesi prima di mettersi in viaggio;
3.      L’assicurazione RC della sua auto è valida all’interno di tutto lo spazio di libera circolazione;
4.      La sua tessera sanitaria italiana gli garantisce il diritto di ricevere cure sanitarie in caso di incidente in tutta la UE senza ulteriori formalità;
5.      Non perderà neanche un minuto di tempo del suo lavoro fra l’uscita dall’Italia e l’ingresso in Francia;
6.      Potrà concentrare tutti i suoi sforzi nel riuscire a chiudere la trattativa con il sig. Jacques e tornare a casa già la sera stessa.

Non ha la stessa fortuna il sig. Aleksander quando deve visitare il proprio cliente Dimitri. Infatti, la Polonia (Paese membro UE) non ha un accordo di libera circolazione con la Federazione Russa (Paese extra comunitario). I problemi ed i costi che il Sig. Aleksander deve affrontare sono i seguenti:
1.      La sua carta di identità non è un documento valido per l’espatrio. Il Sig. Aleksander deve quindi richiedere il passaporto. Il rilascio del passaporto in Italia, per esempio, prevede:
         a.      prenotazione online dell’appuntamento presso la Polizia di Stato;
         b.      2 foto formato tessera (costo di circa € 6,00 ai quali si aggiungono circa 30 minuti di tempo);
         c.      Pagamento di € 42,50 (più € 1,30 di commissioni) tramite bollettino postale (e 30 minuti di tempo medio);
         d.      Acquisto di una marca da bollo di € 73,50;
         e.      Visita personale presso il Commissariato di PS (un’ora di tempo fra spostamento e attesa) per il deposito dell’impronta digitale;
         f.       Attesa di circa 30 giorni per ricevere il passaporto.
2.      Purtroppo, per il sig. Aleksander i problemi non sono finiti qui. Infatti, dopo aver ricevuto il passaporto dovrà chiedere il visto di ingresso nella Federazione Russa. Per farlo il sig. Dimitri dovrà aprire un invito ufficiale presso il Servizio Federale dell’Immigrazione in Russia (dopo essersi registrato sul relativo portale). Dopo aver completato la registrazione e caricato online i documenti richiesti dal sistema, si dovrà personalmente recare presso gli uffici russi per la consegna dei documenti cartacei. Nell’arco di 30 giorni riceverà un codice di autorizzazione. Il sig. Aleksander a questo punto può avviare la richiesta di visto. Completata la procedura online, predispone altre due fototessere, consegna i documenti materialmente presso il Consolato russo (se non c’è un consolato russo nella propria città si affida ad un’agenzia esterna – costo € 100,00 circa – ed è più fortunato del Sig. Dimitri che invece si dovrebbe recare personalmente al Centro Visti per depositare le proprie impronte digitali), paga il contributo per l’emissione del visto (€ 70,00 circa) e infine attende circa 20 giorni per riavere il proprio passaporto con il visto (e nel frattempo non può effettuare altri viaggi in quanto il suo passaporto è presso il Consolato Russo);
3.      Ma i problemi di Aleksander non sono finiti qui: la sua patente di guida non è riconosciuta in Russia. Aleksander deve quindi richiedere la patente internazionale. In Italia per richiedere la patente internazionale è necessario recarsi presso gli uffici della Motorizzazione Civile, compilare apposita domanda e fotocopiarla, effettuare due diversi versamenti (per un totale di € 26,20 più commissioni), comprare una marca da bollo da € 16,00, preparare altre due fototessere, fotocopiare la propria patente ed il proprio codice fiscale. Il costo complessivo si aggira su circa € 60,00 ed almeno un’ora di tempo per la procedura;
4.      Risolto il problema della patente si apre un nuovo problema: l’assicurazione RC. Infatti, muovendosi in un Paese extracomunitario l’assicurazione RC potrebbe non essere riconosciuta valida. In tal caso, il Sig. Aleksander dovrà recarsi presso il proprio assicuratore ed integrare il premio assicurativo affinché il suo veicolo possa circolare anche nella Federazione Russa;
5.      Ma il sig. Aleksander non è ancora pronto per partire: manca la copertura sanitaria. Le autorità di frontiera chiederanno che lui sia adeguatamente coperto per eventuali emergenze sanitarie che potrebbe avere in Russia (tale controllo viene solitamente già effettuato in fase di rilascio del visto). Il sig. Aleksander quindi dovrà stipulare un’idonea polizza in originale (si deve recare personalmente presso un assicuratore) conforme al modello richiesto dalla Federazione Russa ed il cui costo si aggira su € 70,00;
6.      Dopo aver speso oltre € 400,00, impiegato vari giorni di tempo lavorativo ed atteso oltre 2 mesi per completare tutti gli adempimenti necessari, il Sig. Aleksander è finalmente pronto per partire;
7.      Dopo qualche ora di viaggio, il Sig. Aleksander arriva al confine russo – polacco. Si mette in coda con gli altri veicoli e dopo circa 30 minuti di attesa esce dalla Polonia. A questo punto inizia la coda alla frontiera russa e dopo circa 30 minuti riesce ad accedere nel territorio della Federazione Russa. I tempi di attesa però sono variabili e spaziano da una a quattro ore in base al numero di persone che devono effettuare l’attraversamento. Prima dell’accesso in Russia Aleksander ha dovuto anche firmare una dichiarazione (da restituire all’uscita dal Paese) che il veicolo è solo strumentale alle sue esigenze e non è oggetto di importazione (in tal caso sarebbe soggetto a dazio doganale). Stessa procedura dovrà seguire al ritorno in Polonia (quindi almeno un’ulteriore ora di attesa).

In questo primo esempio abbiamo descritto l’impatto che il ripristino integrale delle frontiere può avere anche in termini di costi e di opportunità per le imprese. Nel primo caso il Sig. Mario può in un giorno decidere di recarsi da un proprio cliente e tornare in serata, mentre nell’altro caso si ha un elevato costo ed un lunghissimo tempo di attesa oltre al fatto che è necessario impiegare notevoli risorse anche di tipo amministrativo. Inoltre, i controlli di frontiera allungano di circa il 30% la durata del viaggio del Sig. Aleksander (fra andata e ritorno perde circa 2 ore di lavoro, corrispondenti ad almeno altri € 100 in termini di costo opportunità), oltre a dare una totale incertezza relativamente al tempo necessario per espletare gli adempimenti. È possibile stimare in circa € 1.000 il costo complessivo aggiuntivo connesso con l’esistenza della frontiera fra ore lavoro impiegate e pagamenti effettivi.

A questo punto è possibile fare un’ipotesi dei costi di un ripristino integrale delle frontiere fra i Paesi UE. Dalle nostre stime basate sull’elaborazione dei dati dell’UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo) emerge che nel 2012 i Paesi dell’Unione Europea hanno generato oltre 521 milioni di viaggi internazionali. Di questi il 16% riguarda viaggi per motivi di lavoro (circa 83,6 milioni). Oltre il 71% di questi è imputabile a viaggi intraeuropei (circa 60 milioni). Applicando il costo precedentemente stimato per il singolo viaggio, si ottiene un aggravio di costi di produzione per le imprese pari a circa 60 miliardi di euro annui, corrispondenti allo 0,5% del PIL Europeo del 2012.

A parità di altre condizioni e senza considerare il rallentamento che le attività imprenditoriali subirebbero a causa degli adempimenti amministrativi, si può ipotizzare che il costo aggiuntivo nel breve periodo venga imputato sui prezzi di vendita finali, con un aumento dell’inflazione del +0,4%. Applicando la legge di Okun, nel breve periodo tale aumento dell’inflazione corrisponderebbe ad un aumento del +0,8% del tasso di disoccupazione, corrispondente alla perdita di oltre 202.000 posti di lavoro.

L’impatto in Italia, considerata la sua maggiore apertura al commercio internazionale, sarebbe anche peggiore: le nostre stime indicano un possibile aumento dell’inflazione pari al +0,6% ed una potenziale perdita di oltre 32.200 posti di lavoro connessa esclusivamente con il ripristino del blocco alla libera circolazione delle persone.

Nella prossima analisi approfondiremo il costo che il ripristino delle frontiere genererebbe sul settore turistico. Continuate a seguirci.